Ripartenza dell’Italia: il pensiero della Senatrice UDC Paola Binetti

Ripartiamo consapevolmente senza più penalizzazioni

Vogliamo riprendere le parole della nostra Senatrice Paola Binetti per appoggiare il suo pensiero e sottolineare l'importanza, di far ripartire l'economia con aperture consapevoli e non discriminatorie, cercando di aiutare chi purtroppo è stato penalizzato tanto e troppo.

Le sue parole:

“La questione non e’ piu’ ne’ il virus, ne’ la riduzione del reddito, ma il modo in cui le risorse attivate dal governo siano state distribuite, perpetrando un conflitto tra chi ha avuto di piu’ e chi meno; o addirittura non ha avuto nulla.

 Il disagio sociale che serpeggia in questi giorni ha il sapore di una pesante crisi di fiducia nei confronti del governo e, come spesso accade, della politica in generale. Un governo che, piu’ o meno consapevolmente, ha favorito alcuni a spese di altri”.

La Senatrice Udc, Paola Binetti, continua:

“Basta pensare alla riapertura dei ristoranti e dei bar, ma solo all’esterno, consentendo perfino una occupazione del suolo pubblico per distribuire sedie e tavolini, ma lasciando senza alcuna alternativa persone che non possono ricorrere a queste soluzioni.

La dissonanza cognitiva e’ tanto piu’ pesante quando si tratta di locali che hanno investito al loro interno risorse proprie per garantire all’interno del locale un’accoglienza adeguata ai loro clienti.

Il paradosso e’ che un piccolo locale con una vasta strada davanti ha piu’ chance di un grande locale, che non puo’ espandersi all’esterno.

E’ appena evidente sottolineare che l’affitto del primo e’ di gran lunga inferiore all’affitto del secondo; ma il primo sopravvivera’ meglio del secondo, che pure abitualmente paga piu’ tasse e a costi fissi di gran lunga piu’ elevati.

Analogamente scuole con classi piu’ numerose saranno penalizzate molto di piu’ di chi invece ha gruppi di alunni piu’ ridotti e puo’ accoglierli tutti in uno stesso spazio.

Il dover ancora frammentare il gruppo classe, suddividendolo sulla base di decisioni non sempre oggettive, o per lo meno percepite come non obiettive, innesta nella classe e nella scuola un malcontento che ha poco a che vedere con il virus o con l’impoverimento sociale, ma molto con la frustrazione e la rabbia. Ed e’ questo il rischio latente.

Accentuato dallo stress e comunque dalla difficolta’ reale di essere giusti pur desiderandolo. Le persone oggi percepiscono un diffuso senso di ingiustizia, che alimenta ribellione e trasgressione, e sono proprio questi i nuovi rischi con cui il governo si dovra’ misurare nei prossimi giorni”.

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